Tag

, , , , , ,

Buena Fe è un duo dell’Oriente di Cuba che è diventato tra i gruppi, o forse il gruppo, più famoso dell’Isola affermatosi con il genere della Nueva Trova.
La Nueva Trova si caratterizza per usare strutture e testi poetici, alternando però canzoni romantiche a canzoni di critica sociale.
I Cubani che più si sono distinti in questo genere sono Silvio Rodriguez e Pablo Milanés (con cui Buena Fe collaborerà nell’ultimo disco “3,14”).

Rispetto a loro Buena Fe ha accentuato il carattere di critica politica e sociale, e ha esasperato a tal punto l’uso del linguaggio in codice, che spesso le canzoni risultano parecchio difficili da capire. Ma in questo modo si è evitato la censura, ed è riuscito ad affermarsi al grande pubblico.
Questa è forse la canzone che meglio rappresenta quanto i Cubani siano abili in tal senso. La canzone è incomprensibile da un punto di vista puramente letterale, ma spiegando tutti i doppi sensi che contiene, il significato diventa chiarissimo!

Il video è stato girato in occasione della prima volta che il Governo cubano ha permesso al gruppo di andare negli Stati Uniti, per la precisione, a Miami.

Questa è la canzone:

Alla Morte

C’è un istante, in cui i raggi scivolano dal cielo,
in cui la disdetta esce a fare i suoi abusi,
in cui la sorte viene ad annunciare la paura,
in cui le tombe cantano la loro lotteria,
e a nasconderci al fatale non siamo nulla (nasconderci all’inevitabile non serve a nulla),
con i polmoni colmi di “siamo tutto” (credendo di essere stati tutto)
L’eternità è il precipizio dell’adesso
e adesso è il tuo turno (questa è una descrizione di Fidel che si è sempre creduto invincibile, e dice che adesso è il suo turno di morire)

E pur comprendendo la necessaria convivenza bio-diversa (e anche sapendo che una convivenza tra esseri diversi è necessaria)
dell’animale irrazionale più rispettabile (si riferisce ancora a Fidel)
dei giuristi ortodossi della lingua (tutti quelli che negli anni si sono prodigati a giustificare ogni errore del Regime)
le cui parole suoneranno sempre detestabili
di quelli che mettono serrature dietro le porte (le persone che hanno paura che la Rivoluzione porti via loro qualcos’altro)

Un grido sereno che la morte è una puledra (pur comprendendo la necessaria convivenza, lancio un grido sereno che la morte è una puledra: le persone vengono chiamate in gergo “cavalli”, ma Il Cavallo per eccellenza è Fidel, quindi dicendo che la morte è una puledra, dice che è rivolta a Fidel)
La morte è una puledra bianca e non domata (cioè non indottrinata)
a cui non importa la grandezza del cavallo (proprio perché anche Fidel dovrà morire)
perché lei sceglie chi la monta e chi la ingravida,
senza la promessa con effetto di altri anni (il periodo successivo alla malattia di Fidel, quando tutti credevano che sarebbe morto di lì a poco)
senza garanzia genetica di stella (senza che Fidel abbia lasciato nessun erede di lungo termine al suo posto)

E adesso mi accorgo che i battiti dei cuori (l’apprensione per la vita di Fidel)
sono negativi movimenti della testa (di chi vorrebbe che non vivesse)
contraddicendo ai suicidi di questo tempio (cioè a chi vorrebbe che il regime continuasse condannando il popolo)
ma sono bambini che giocano a nascondino (ma si nascondono, come se giocassero a nascondino)
e usano il sangue per non essere scoperti (e sono disposti a tutto per non essere scoperti)

E adesso comprendo,
il bel volo degli uccelli rapaci
Non emigreranno mai, perché alla fine siamo le loro prede (parla dei membri del regime, paragonandoli a uccelli rapaci che si cibano dei cadaveri altrui)
e gustano quello che è rimasto di importante (cioè continuano a rubare quello che ancora c’è da rubare)
e mi chiedo anche a rischio di tormento (anche a rischio di censura, o di conseguenze)
che dimensioni avranno gli occhi del causante (del colpevole, Fidel)
quando diventerà realtà il suo testamento (cioè quando morirà)
parole inutili, parole inutili,
perché in realtà la sua volontà se ne andrà ridendo (cioè se ne andrà facendosi beffe di tutto)
accompagnata dai membri più brillanti del cielo grande (i militari con più stelle e più onorificenze del Governo)
che è il suo ultimo ricordo,
l’ultimo ricordo…

Eli eli lama sabactani (Sono le ultime parole che disse Gesù in croce, e vogliono dire, “Dio, Dio, perché mi hai abbandonato?”)