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Londra, Aprile 2013

Ieri a Londra si sono svolti i funerali di Margaret Thatcher, prima ed unica donna Prime Minister della storia del Regno Unito.
Soprannominata “Lady di Ferro” dai Sovietici, la Thatcher è stata probabilmente la figura più controversa della politica britannica degli ultimi anni. Eletta per ben tre volte a capo del Governo, altra circostanza più unica che rara negli UK che difficilmente cedono al riciclo di figure politiche del passato (ed infatti lei è stata la politica che per più a lungo ha rivestito il ruolo di Prime Minister nel XX secolo), la Thatcher è conosciuta per aver promosso nell’arco di più di 10 anni politiche altamente impopolari mirate all’austerty e al risanamento delle finanze pubbliche.
Cose che a noi Italiani suonano particolarmente familiari e spiacevoli.

In pochi però ricordano che la Baronessa è anche stata autrice di una riforma del sistema delle pensioni che permette ai lavoratori di decidere di investire una parte aggiuntiva del proprio stipendio nella futura pensione, obbligando i datori di lavoro ad complementare la quota fino a tre volte il valore dei soldi accantonati (tutti esentasse). Altro particolare che in pochi sembrano ricordare oggi è l’ampia strategia di incentivi ed agevolazioni che vent’anni fa permise a decine di migliaia di persone in tutto lo Stato di acquistare la prima casa.

Le politiche della Thatcher hanno senz’altro mietuto molte vittime sulla loro strada; ma hanno anche contribuito a dare forma a quella mentalità tutta britannica in cui solo le attività veramente sostenibili e di successo meritano di sopravvivere. Le altre, devono riuscire a reinventarsi o a diventare più efficienti. Altrimenti devono soccombere, lasciando spazio a future idee migliori.
Tutto questo ha alimentato un cilco virtuoso che ha portato molti giovani europei a venire nel Regno Unito in cerca di quei riconoscimenti negati nei loro Paesi di orgine (inclusa chi scrive).

La dimostrazione che le politiche Thatcheriane non erano così sbagliate, ma solo scomode ai più che non volevano assumersene le respnsabilità, sta nel fatto che nessun Prime Minister successivo le abbia tagliate o sostanzialmente modificate.
Insomma, siamo tutti bravi a criticare le cose che gli altri sono obbligati a fare perché noi non abbiamo avuto il coraggio di farle prima e meglio.

Se penso a chi governava in Italia a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 (Craxi!) mentre nel Regno Unito c’era la Thatcher, e alle politiche che venivano implementate (sussidi a fondo perduto per imprese chiaramente destinate a chiudere, costi messi sulle spalle delle future generazioni, spese evidentemente insostenibili) e se vedo come l’Italia ha reagito alla crisi finanziaria (e cioè non l’ha fatto) prima grande vera prova da allora ad oggi, e paragono tutto questo al Regno Unito, mi chiedo e vi chiedo: “Siamo così sicuri che la Thatcher fosse sulla cattiva strada?”
Voi non avreste preferito politici più coraggiosi in grado di tagliare le politiche populiste insostenibili per dare alle future generazioni la chance di avere anche loro successo e prosperità, invece che fare ricadere su di loro le colpe delle inefficienze passate?

Un sondaggio pubblicato ieri sull’Evening Standard chiede ai lettori: Se pensi all’attuale situazione in Gran Bretagna, quali tra i successivi Prime Miniter sarebbe più in grado di portare il Paese fuori dalla crisi?
Margaret Thatcher 31%
John Major 7%
Tony Blair 21%
Gordon Brown 13%
David Cameron 12%
Nessuno 9%

PS. e se loro chiamano crisi quella che c’è nel Regno Unito, come dovremmo chiamare noi la nostra?