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Visto che sono a Cuba per fare ricerche per la mia tesi di Laurea, decido di cominciare a frequentare le lezioni di Storia dell’America Latina e Storia di Cuba alla Facoltà di Storia e Filosofia dell’Università dell’Avana, un po’ impaurita dall’alto livello dell’istruzione cubana, e aspettandomi di essere subita derisa dai miei futuri compagni di corso per le mie probabili lacune.

Con entusiasmo ed eccitazione mi prefiguro il mio primo giorno di lezione con una calorosa accoglienza “alla cubana”! Durante le sette cuadras che dividono la casa di Marvelis dall’Università, mi immagino in classe circondata da tanti nuovi amici, curiosi di conoscermi e di sapere com’è l’Italia! Quella mattina ero stata un sacco davanti allo specchio per decidere cosa mettermi…non volevo certo dare l’impressione di essere una snob, e quindi avevo indossato un semplice paio di pantaloncini con una maglietta e un paio di vecchie scarpe da ginnastica!

Arrivo in classe con largo anticipo per potermi presentare alla mia nuova professoressa, che però ancora non c’è! Quindi, mi sistemo tranquilla sicura che qualcuno si siederà presto vicino a me! Nel frattempo mi guardo intorno: l’aula è diroccata…da dove sono seduta io si vede il cielo…ma non dalla finestra…proprio dal tetto! Dietro di me c’è una piccola montagnetta di sedie rotte accatastate, e sembrano essere lì da anni. La lavagna ha una bella crepa nel mezzo, e le finestre non hanno i vetri! Beh, mi dico pensando alla mia Università di Trento con un po’ di nostalgia, l’importante sono i contenuti…non gli spazi! 

Uno dopo l’altro, gli altri studenti cominciano ad entrare…tutti mi guardano con uno sguardo di vago sospetto, nessuno mi saluta, e soprattutto nessuno si siede a fianco a me…anzi, mi accerchiano! Sono come un tacchino nel mezzo di un cerchio disegnato col gesso…mi prende il panico e rimango immobile per tutta la lezione! Mi rendo conto di essere vestita come una stracciona rispetto ai miei compagni di corso…ma come è possibile? Non ero io l’Europea??? La professoressa arriva con 40 minuti di ritardo, e 20 minuti dopo la lezione è già finita perché lei deve andare via prima…io non me ne rendo neppure conto, troppo presa dal far finta di avere un’aria disinvolta!

Finalmente, a fine lezione, una ragazza viene da me! Lo sapevo che avrei fatto amicizia! Le sorrido e cerco di concentrarmi su quello che mi dice…ma quanto parlano velocemente sti cubani? Lei mi guarda dritta in faccia e senza ricambiare il sorriso, con una voce un po’ nasale mi dice “Tienes cambio pa’ 5 dolares?” (“Hai il cambio per cinque dollari?”) Resto interdetta…e balbetto “Como?” Lei, visibilmente scocciata, si china su di me e mi scandisce, come se stesse parlando con una perfetta idiota, (quale in realtà in quel momento ero!) “Tienes 5 CUC pa’ cambiar mi moneda nacional?” (Hai cinque CUC per cambiarmi la mia moneta nazionale?) Ora…questa sarebbe stata la prima di una infinità di volte in cui avrei avuto la sensazione chiara e netta di essere vista semplicemente come “portatrice sana di CUC”, o più semplicemente, un CUC con gambe!. No, balbetto…non ho cinque CUC, mi dispiace. Lei si gira, prende il suo quaderno e se ne va. Io aspetto in classe a che tutti escano, e poi, abbattuta, torno a casa. Cominciamo bene!