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Oggi i Ministri degli Esteri degli stati Membri dell’UE si riuniranno in tarda mattinata per riaffrontare la questione delle relazioni con Cuba.

Fino ad ora, l’approccio dell’UE verso Cuba si era ispirato ad una Posizione Comune che punta ad incoraggiare l’Isola e ad intraprendere un percorso di transizione verso un sistema pluralista e di difesa dei diritti umani,  vincolando ad esso ogni atto politico, economico e di aiuto umanitario dell’Unione. Tale Posizione venne proposta dal Governo spagnolo di Aznar nel 1996, e raccolta in seguito da tutti i Paesi del gruppo europeo.

Nel 2003 75 attivisti che stavano lavorando al Proyecto Varela vennero arrestati, e tre di loro fucilati pochissimo tempo dopo l’arresto. In seguito a quell’evento che sconvolse l’opinione pubblica europea, soprattutto quella del Nord Europa, l’UE decise di stabilire delle sanzioni diplomatiche (non economiche né umanitarie) contro dell’autorità dell’Isola. Il Governo cubano in tutta risposta interruppe le proprie relazioni diplomatiche con l’UE, rifiutandone anche gli aiuti umanitari. Chiaramente gli aiuti umanitari sono utilizzati, per esempio, nelle emergenze per i danni causati dagli uragani e dalle epidemie di colera e di malaria, e perciò è la popolazione ad essere maggiormente colpita da questa rinuncia.

Ma visto che gli uragani e le epidemie non smisero di colpire l’isola in virtù di discorsi pieni di orgoglio e retorica, ben presto (complice anche l’elezione del Governo di sinistra di Zapatero in Spagna) il Governo Cubano tornò a parlare dei “fratelli spagnoli ed europei” ai quali era legato da indissolubili rapporti storici e genetici.
Ma chiaramente la Spagna e l’UE non si bevvero il discorso sulle fraterne relazioni, e pretesero la liberazione di quei 75 dissidenti arrestati nel 2003, cosa che avvenne immediatamente per la maggior parte di loro.

In cambio di questa concessione del Governo cubano, l’UE sospese nel 2008 le sanzioni diplomatiche e riattivò i canali di finanziamento per la cooperazione internazionale verso Cuba (anche se sono pochissime le ONG che riescono a sopravvivere a Cuba).
Dal 2008 a oggi i passi avanti fatti nella diplomazia tra l’UE e Cuba sono stati molti, e quasi sempre per mano del Governo spagnolo. Nel 2009 e 2010 il Ministro degli Esteri della Spagna ha viaggiato spesso a Cuba, ed è difficile non collegare questi frequenti viaggi con la liberazione degli ultimi dissidenti ancora in carcere dal 2003 (che poi, non a caso, sono stati mandati proprio in Spagna).

La politica e la propaganda cubane hanno fatto in modo, negli anni, di diffondere tra la cittadinanza un’idea di un’UE tiranna ed impicciona, che cerca ancora oggi di colonizzare i Paesi in Via di Sviluppo. Ciò che le autorità non svelano, è che, comunque, l’Europa è il principale socio economico cubano, poiché con essa si tiene oltre un terzo di tutti gli scambi commerciali, e dall’Europa arrivano più della metà degli investimenti esteri diretti e dei turisti dell’Isola.
La storia delle relazioni UE – Cuba ha in realtà seguito le ondate di disperazione dell’Isola: tanto più Cuba si è sentita sicura ed autonoma, tanto più ha creduto di poter rifiutare l’alleanza con l’UE. Tanto più si è sentita disperata e senza vie di uscita, tanto più ha fatto ricorso ai “fratelli” d’oltre-oceano (che fino a poche settimane prima erano nemici da combattere!)

Comunque la si voglia vedere, il fatto che, a fronte di politiche di delegittimazione e odio verso l’Europa, dal 1993 al 2003 Cuba abbia ricevuto oltre 145 milioni dall’UE di euro per progetti umanitari, più 4 milioni di euro arrivati nel 2008 ed altri 36 nel 2009 in seguito ai cicloni Ike e Paloma ed ulteriori 20 milioni tra il 2010 e il 2011 per progetti di sviluppo, la dicono lunga sul livello di disperazione degli ultimi anni dell’Isola, e sulla serietà della sua politica estera. (E’ possibile consultare i dati qui)

La novità di quest’anno è che l’UE voglia sostituire la vecchia posizione comune con un accordo bilaterale che contempli aiuti finanziari ed agevolazioni commerciali, ma sempre in cambio di miglioramenti del rispetto dei diritti umani e delle libertà individuali. Certo che la brutale incarcerazione di Antonio Rodiles, tra gli altri, fa capire quanto si sia ancora lontani dal raggiungimento di tali obiettivi, ma magari in questa occasione l’UE dimostrerà di avere più abilità di dissuasione degli Stati Uniti e strategie di Politica Estera più efficaci…magari!