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Torno in Italia per un mese, giusto il tempo per salutare qualche amico e la famiglia e comprare qualcosa da portare con me.

Il contratto che mi hanno proposto è di due anni. Cosa mi servirà? Apparentemente tutto, visto che all’Avana non c’è nulla! Pentole, posate, bicchieri, sono tutte cose ormai esistenti, ma carissime!!! Il commercio con la Cina ha fatto sì che l’Isola venisse invasa dai prodotti cinesi, così per la prima volta in molti anni, cose di uso quotidiano prima introvabili, hanno fatto un’entrata trionfale nei negozi, ma a prezzi incredibilmente alti!
Cuba è probabilmente l’unico Paese nel Mondo in cui le cose cinesi di pessima qualità, sono in realtà oggetti di lusso! Ciotole e bicchieri di plastica che in Italia costerebbero meno di un euro, all’Avana, dove lo stipendio medio non arriva ai 15 CUC, possono costare anche più di 5 CUC! (Resto sconvolta al pensare come uno Stato possa lucrare sui propri cittadini in questo modo, soprattutto quando molte delle cose in vendita nei negozi cubani sono frutto di donazioni, più che di compre effettuate all’estero!)

Quindi mi metto a pensare: sicuramente uno scolapasta (un’italiana non può vivere senza mangiare la pasta!), sicuramente posate, una pentola e una padella (almeno!). Calzini in quantità industriale e scarpe (a Cuba le scarpe si rompono come in nessun’altra parte del pianeta! Sarà per la condizione delle strade, sarà per il clima…ma è un fenomeno diffusissimo!), un po’ di vestiti “da ufficio” (i primi della mia vita!) e cereali, zuppe e risotti liofilizzati, qualche bottiglietta d’olio extra vergine d’oliva rigorosamente impacchettato e formaggio!!!

Mentre sono in Italia la Poiana mi consiglia di allenarmi nella traduzione, e quindi ogni mattina apro un sito nel quale lei raccoglie i suoi pezzi tradotti, cerco gli articoli in spagnolo, ne traduco qualcuno e poi confronto la mia traduzione con la sua. E forse è arroganza, o magari poca conoscenza del lavoro…ma accidenti mi sembra davvero che le mie traduzioni siano nettamente migliori delle sue…anzi…spesso le sue mi sembrano proprio sbagliate! Penso che mescoli la grammatica italiana con quella spagnola, e il risultato è una specie di malriuscito itañol.
Non può essere, mi dico, forse sono traduzioni fatte da suoi collaboratori passati! In fondo lei è la capa del Dipartimento di Italiano!

Come al solito devo fare un milione di compre su commissione per i miei amici cubani: una camicia bianca a maniche corte per il mio prof della FLACSO (che mi racconta di stare diventando matto: ormai a Cuba si trovano solo vestiti che vengono dall’Ecuador, e sono tutti ultra tamarri!)
Marvelis mi ha dato dei soldi per prenderle un cellulare, visto che i prezzi là sono almeno 5 volte più alti che in Italia. Alexey, il fratello di Osmany che fa il massaggiatore mi ha chiesto l’olio per massaggi, mentre Mami, la mamma di Marvelis e Nelson, un vicino di casa, mi hanno chiesto medicine per un problema al ginocchio e il diabete rispettivamente.
Ricardo, altro vicino, mi ha chiesto delle corde per la sua chitarra, e Pedro una chiavetta USB da 8 gb. Dalle richieste capisco le fatiche e gli stenti della vita quotidiana a Cuba di chi cerca di vivere normalmente e al passo con i tempi in uno stato che normale e al passo con i tempi non è. E comincio ad avere qualche timore…cosa succede se mi ammalo mentre sono lì e Cuba in quel momento non dispone delle cure necessarie?

Stranamente continuo a pensare a questa cosa…e due anni più tardi me ne sarei ricordata: forse sarà il Karma, o uno strano scherzo del destino, ma quella circostanza mi sarebbe davvero successa.

Nel frattempo continuo ad impacchettare la mia vita in due valige da 23 kg ognuna, cercando di indovinare cosa mi servirà più per i prossimi due anni, e all’improvviso mi rendo conto di aver dimenticato una cosa fondamentale: la crema solare! 😉