Tag

, , , ,

Non molto tempo fa, nell’articolo Cuba vieta il reggaetòn abbiamo parlato del divieto del Governo Cubano alla riproduzione di musica oscena e sessualmente esplicita, che aveva l’obiettivo di colpire il reggaeton, genere musicale molto in voga sull’isola e realmente responsabile di una trasmissione di messaggi degradanti per la società in generale e la donna in particolare. 

In quel post io scrivevo come una misura di mera censura fosse insufficiente a risolvere un problema ormai diventato culturale. Il rischio di una simile azione sta nel pericolo che il reggaeton così censurato, si elevi diventando simbolo di una lotta civile, cosa nella quale non ci sarebbe nulla di male, se non fosse che il messaggio del genere musicale è realmente sgradevole e degradante!

Ed infatti, pochi giorni dopo la proposta di censura, proprio Osmany Garcia, cantante principale del video dello scandalo “El Chupi Chupi” (video che aveva scatenato il dibattito sulla volgarità del genere), pubblica in youtube il suo nuovo video, in beffa del Governo Cubano, che non può neppure censurarne la riproduzione in pubblico perché la canzone non contiene elementi di volgarità, o almeno non espliciti.

Intanto i personaggi del video musicale non sono in carne ed ossa, ma sono cartoni animati. Ed il protagonista è proprio una caricatura di un bimbo dispettoso. La canzone dal ritmo orecchiabile e piacevole, parla di un bambino “Travieso” (dispettoso appunto), di nome el “Pipi” con una mamma bellissima e provocante, ma solo disegnata e quindi rispettosa del divieto cubano. Ovviamente la canzone è casta solo in apparenza, perché le allusioni sono molteplici, e tutte abbastanza evidenti! Osmany Garcia, infatti, quando si rivolge al “Pipi”, non parla di un bambino, ma allude al suo pene, che sarebbe travieso! Il ritornello che dice “No escupas Pipi che esto es falta de respeto” fa riferimento all’eiaculazione, e quindi all’atto sessuale, e le traviesure del bamibino, ad avventure in quel senso. Quindi gli elementi di volgarità ed oscenità ci sarebbero tutti, ma impossibili da censurare, perché non espliciti!

Inoltre, Osmany non si risparmia una frecciatina al Governo Cubano quando in una parte della canzone dice “Yo soy un niño bueno con mucha educación, hago la tarea y me gusta el reggaetón” (Sono un bravo bambino, con molta educazione, faccio i miei compiti e mi piace il reggaeton). Ma il punto che io ritengo più provocatorio è quello in cui racconta che la madre di “EL Pipi” lo manda all’estero per gestirlo meglio, e proprio fuori Cuba il bambino diventa il primo della classe, anche se continua ad ascoltare il reggaeton, che è un bambino di buon cuore, bisognava solo educarlo!: “(El Pipi) es un nino de buen corazòn, solo habìa que educarlo“. Insomma, il cantante riesce difendere in modo originale il suo genere musicale, rimandando le accuse al mittente ed alludendo al fatto che sia il Governo a non sapere educare i suoi giovani, il reggaetòn non c’entra nulla!

Come era prevedibile, la semplice minaccia di censura era totalmente inadeguata a risolvere il problema della perdita dei valori sociali a Cuba, di cui il reggaeton è solo interprete e non artefice. E per quanto al Governo Cubano piacerebbe poterlo fare, nessuna censura è mai stata in grado di evitare alle persone che vogliono esprimersi di farlo. L’essere umano che vuole parlare, troverà sempre il modo di comunicare, in un modo o nell’altro.

Per dirla con le parole di Osmay Garcia “Nunca amarres el caballo que naciò por estar suelto” (non legare mai il cavallo nato per stare sciolto).