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Durante il viaggio in Catamarano per la Isla de la Juventud Pedro è silenzioso (che è strano per lui!)

Cerco di capire cosa sta succedendo, è il nostro primo viaggio insieme e ci conosciamo ancora da poco…ci sono così tante cose di lui che non capisco e che non condivido! Ha un’espressione malinconica, e gli occhi lucidi…non ne afferro la ragione.

Arrivati sull’Isola ci troviamo subito una casetta particular nella quale passare i giorni successivi. La proprietaria appena ci vede ci dice: “Venite da Cuba?” Io guardo Pedro allarmata pensando “Accidenti, meno male che era difficile uscire da Cuba…dove diavolo siamo????” Pedro mi lancia uno sguardo rassicurante e risponde di sì alla signora, poi mi spiega: le regole migratorie cubane non sono macchiavelliche solo per l’uscita dal Paese, ma anche per gli spostamenti interni! Chiaramente chi vive sull’Isola principale è più agevolato, ma molti degli abitanti delle isole minori non hanno mai neppure messo piede a Cuba (intesa come Isola principale)!

La mattina dopo noleggiamo due biciclette (senza freni – non per scelta, ma perché nessuna ce li aveva!) e andiamo a visitare il Presidio Modelo, carcere nel quale Fidel e i ribelli furono imprigionati dopo l’attacco al Cuartel Moncada di Santiago de Cuba del 1953 e dal quale sarebbero usciti grazie ad un’amnistia qualche anno dopo per essere mandati in esilio in Messico (sì, la feroce dittatura di Batista concedeva amnistie…a differenza di quella che l’ha seguita!)

Continuando la nostra biciclettata, arriviamo alla fantastica spiaggia di sabbia nera di Bibijagua! 

Dopo le classiche battute infantili a Pedro sul fatto che se lui entra in acqua non si vede più a meno che non sorrida visto che è nero anche lui (lo so…in quel momento sembrava divertente!) ce ne andiamo sotto una leggera pioggerellina. Visto che il Karma ha sempre un suo equilibrio, sulla via di casa io mi diverto a prendere con la ruota anteriore le pozzanghere cercando di spruzzare Pedro, finché non entro in una che non è un pozzanghera, ma un enorme buco nell’asfalto camuffato dall’acqua! Chiaramente la ruota della mia bici affonda nel buco, si impenna, e mi catapulta in avanti per terra, il tutto tra le grasse risate dei tanti presenti che assistono divertiti confermando il luogo comune sciovinista: “que bobos son los yumas!” (come sono stupidi gli stranieri!)

Arrivata a casa piena di graffi su tutto il volto chiedo a Pedro “Cosa avevi in Catamarano?” Lui mi dice imbarazzato “Ero emozionato…E’ la prima volta che esco da Cuba”….