Tag

, , , , , , , , , ,

El Estado de Sats è un programma cubano candidato agli Emmi e presentato dal giornalista indipendente Antonio Rodiles.

Il programma, che esiste solamente in internet, accoglie ospiti che, in un modo o nell’altro, hanno cercato di promuovere la pluralità di espressione all’interno della società cubana. Uno dei momenti che  più lo ha reso famoso, è stato sicuramente l’intervista a Eliecer Ávila.

Eliecer Ávila è diventato noto nel 2007 in occasione dell‘inaugurazione dell’anno accademico della UCI, Università di Scienze Informatiche, per aver posto al Presidente dell’Assemblea Popolare Cubana Ricardo Alarcón domande tanto candide e ingenue quanto spietate.

Eliecer Ávila in quel momento aveva un compito al quale ultimamente sempre più persone vengono dedicate: la difesa della posizione di Cuba nel web, attraverso chat in forum di politica internazionali e blog. Così il ragazzo raccontò di quella volta in cui, quando stava convincendo uno straniero della giustezza delle politiche cubane dovette interrompere la discussione e far finta di aver perso la connessione perché lo straniero cominciò a parlargli di Varadero. Lui non era mai stato a Varadero, spiaggia che i Cubani vantano essere tre le più belle del mondo, perché allora ai cittadini dell’isola era vietato andarci!

Lo studente militante di organizzazioni studentesche rivoluzionarie, quindi, continuò ponendo ad Alarcón delle domande di intelligenza strategica: Perché i Cubani non possono andare a Varadero? Perché i Cubani non possono viaggiare liberamente ed andare in Bolivia per lasciare un fiore nel punto in cui è morto Che Guevara? Perché i Cubani non possono usare le mail di Yahoo e Gmail (il cui accesso era vietato per legge) che sono le uniche due che permettono di chattare con le proprie madri dottori internazionalisti all’estero?

Alarcón rispose in modo imbarazzante, arrivando a dire che i Cubani non potevano viaggiare perché se tutti volassero vi immaginate che casino il traffico aereo? Ma quella conversazione, che il mondo conobbe solo perché qualcuno fece un video e lo mandò alla CNN, passò alla storia: la tecnologia aveva cambiato la faccia della propaganda e, soprattutto, della repressione!

Estado de Sats e il giornalista indipendente Antonio Rodiles  più volte minacciato e malmenato dagli agenti della Sicurezza in borghese (come sempre) sfruttano questo cambiamento utilizzando l’internet con piattaforme all’estero (al di fuori della portata della censura cubana) per fornire uno spazio nel quale i diversi attori della società civile possano incontrarsi. Ed in effetti il problemi di Cuba è proprio questo: il telefono e l’internet sono sotto controllo e ci sono così tanti agenti della Sicurezza infiltrati nella società civile, che le persone vivono tutto con grande paura e diffidenza, e non sono propense ad esporsi se non con un ristrettissimo gruppo di conoscenti.

La mancanza di comunicazione ha quindi impedito agli attori di conoscersi e di scambiarsi informazioni, riducendo tutti i tentativi di critica sociale a piccole ed isolate manifestazioni di pochi individui, immediatamente represse. Così un gruppo di oppositori di un quartiere dell’Avana non sa cosa sta facendo un analogo gruppo del quartiere vicino, figuriamoci in un’altra città o provincia! Estado de Sats si propone di colmare questa lacuna, e fornire uno spazio libero di interazione.

Il 7 novembre Rodiles, mentre stava conducendo un’inchiesta su alcuni avvocati indipendenti imprigionati senza alcuna spiegazione, è stato a sua volta (nuovamente) picchiato, arrestato e portato in una prigione Avanera. Con lui sono stati arrestati anche una decina di altre persone, tra cui il noto scrittore Angel Santiesteban-Prats che ha riportato due costole rotte e un trauma cranico, e Yoani Sanchez. Attualmente solo Antonio permane in prigione, e in sciopero della fame e della sete per protesta dal giorno della detenzione. Quella che vedete qui sotto è la camicia di Angel, che testimonia i colpi ricevuti.

Non ci sono ancora notizie ufficiali, ma sembra che il giornalista dovrà affrontare un processo per non si sa bene cosa, e per il quale il pm ha già chiesto fino a un anno di detenzione. Il video sotto propone alcune immagini dell’arresto dello scrittore e della Sanchez.

Nel video si notano vari ufficiali vestiti in abiti civili che portano i dissidenti in auto della polizia picchiandoli. Queste sceneggiate puntano ad insinuare ancora di più la paura e la diffidenza nelle persone, che ci penseranno due volte prima di manifestare contro il Regime, prima di tutto per la brutalità della repressione, e secondo per l’altissimo numero di ufficiali della sicurezza infiltrati o travestiti da normali cittadini. Quello sotto è solo un esempio.

Io sono, sono stata e sempre sarò a favore della libertà di pensiero. Il mio sogno è però quello che chiunque appoggi Cuba (e mi riferisco soprattutto a intellettuali e personaggi non Cubani), capiscano che appoggiando il regime, ne appoggiano i crimini, la brutalità e le violazioni dei diritti umani.

Io mi sento responsabile per quello che difendo…e loro?