Ci sono giorni in cui la tristezza mi attanaglia e non riesco a liberarmene.
Un’incontrollabile voglia di piangere si impossessa di me e mi fa tremare di rabbia e panico.
Il dubbio di stare sbagliando tutto, e la consapevolezza di aver passato metà vita ad allontanarmi delle persone più importanti. La certezza di essere stata sempre sul filo del rasoio tra follia e realtà e, di stare spendendo energie in individui che non mi riconoscono nulla e che aspettano ogni mio passo falso per potermi criticare e sminuire…
Vengo presa dallo sconforto e dalla disperazione. Mi sento sola e lontana, non solo da chi vive in un altro continente, ma anche da chi sta seduto a pranzo a fianco a me. Mi chiedo cos’ho davvero in comune con le persone che mi stanno attorno, e poi cos’ho davvero in comune con le persone da cui tornerò…?
Respiro lentamente, molto lentamente, e mi ripeto “non piangere, non piangere”, chiudo gli occhi e impongo la volontà sulla mia disperazione.
Le persone che mi sono, o che dovrebbero essermi vicine mi guardano con uno sguaro ironico, ridacchiano alle mie spalle contenti del fatto che anche io, di solito solare ed efficiente, possa toccare il fondo, e mi suggeriscono di calmarmi e bermi una camomilla. E io lo faccio…
Così casa mia si è riempita di tisane rilassanti, che conciliano la calma e il sonno, di incensi, di musiche new age…che nascondono molto bene il problema agli occhi estranei di chi vive con me…
Io vado a letto presto, e mi sveglio presto per evitare la gente. Parlo da sola mi do consigli su come calmarmi. Analizzo il perchè di questi stati, e mi dico che sono gli ormoni, lo stress, la pioggia…
L’unica via che conosco per reagire a queste situazioni è la solitudine…finchè un raggio di sole o un fiore con colori stupendi mi ricordano che non servono ragioni per essere felici, e ricomincio a trovare un po’ di motivazione.
Oggi c’è stato un raggio di sole, ma non sono riuscita a godermelo…aspetterò il prossimo…
NIKI ha detto:
Ciao
Sono momenti importanti, se non importantissimi questi.
Chi li riconosce e li esterna ha dalla sua la consapevolezza del suo essere, la alta sensibilità di vedere il modo intorno con i proprio occhi..
sono momenti, passeranno.
ti lascio una poesia di Virgilio Pinera, forse in un momento uguale al tuo:
Un mondo duro
Ieri me ne stavo solitario
nell’Avenida del Puerto,
pensando a mia madre morta
e pensando al futuro.
Come una tavola era il mare,
ma io mi stavo muovendo.
È una cosa molto seria
che il mondo tanto si muova.
Un uomo mi si avvicinò
con un volto avanero,
uno di quei volti che la stessa
Avana non regala a chiunque.
Venne scrollando le spalle,
lo sguardo fosco
la bocca contratta
e parlò proprio in questo modo:
Amico mio, non so a cosa stai pensando
ma so quel che io penso;
questo mondo è molto duro
ma speriamo che le cose vadano meglio;
perché se non sarà così,
ci ucciderà la durezza;
già le parole sono pallottole
e gli sguardi roghi.
Non le sembra, amico mio?
– mi disse e mi toccò il petto;
io piangevo come un bambino,
e il mare cominciò a indurirsi.
(1962)
unitalianainecuador ha detto:
Ciao Niki!
Grazie per il tuo commento, mi ha fatto molto piacere!
La poesia è bellissima, e rispecchia a pieno la filosofia di vita cubana!!!
Grazie per averla condivisa con me!!! 🙂