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Londra, Maggio 2013

Tre sono le cose che più chiaramente contraddistinguono i consumatori britannici: i Charity Shops, le Reductions e la Refund Policy.

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I Charity Shops sono negozi gestiti da ONG che vendono a prezzi stracciati ogni tio di prodotto, da scarpe a vestiti, da CD a cose per la casa. 
Funzionano grazie alle donazioni delle persone che decidono di regalare cose in ottimo stato alle Organizzazioni, affinché vengano vendute. I proventi rimangono nelle casse dell’ONG, che li usa per finanziare le proprie azioni. Inutile dire che generano anche lavoro, perché ogni negozio ha di solito un Manager o un Assistant Manager pagati, mentre normalmente i commessi sono giovani volontari, magari universitari o addirittura liceali che vogliono fare qualcosa per il proprio territorio (cosa diffusissima!)

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La pratica della reduction, invece, riguarda i supermercati, e consiste nel ridurre considerevolmente più volte al giorno i prezzi delle cose che stanno per scadere. Se per esempio un prodotto scade domani, da stamattina si comincerà a decurtare una percentuale dal suo prezzo, all’inizio minima, diciamo di pochi centesimi, e via via sempre più improtante, finché il prodotto, a fine giornata, non sarà arrivato a costare pochi centesimi (sempre ammesso che non l’abbia comprato prima qualcun altro). In questo modo si possono comprare cose che costavano anche 2 o 3 sterline a meno di 20 centesimi. Ovviamente bisogna avere un po’ di fortuna e fare un salto nel negozio più vicino tra le sette e le otto di sera per trovare i migliori affari! 😉

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Infine c’è la Refund Policy, che è il meccanismo per il quale se tu compri qualcosa e poi scopri che in realtà non lo volevi, non solo puoi restituirlo (ovviamente in buono stato e scontrino alla mano) ma l’azienda ti deve restituire i soldi che hai pagato contanti e sonanti! Questo vale sia per una maglia, che per un letto, un paio di scarpe o un pacco di pasta! Normalmente hai da una a due settimane di tempo per farlo, ma mote imprese estendono il periodo di tempo addirittura ad un mese! 

Tutte queste pratiche e buone abitudini fanno dei clienti britannici (dove per britannico intendo chiunque viva nel Regno Unito) consumatori protetti e consapevoli. Non tolgono dignità alle imprese, anzi, permettono loro di dialogare con i clienti e di rendere certe cose accessibili a una parte della popolazione che altrimenti non le comprerebbe. Queste politiche non comportano la morte delle imprese, anzi, le avvicinano ai loro clienti, e e stimolano il dibattito sull’efficienza. 

Ma allora, se sono così funzionali e con buoni risultati, perché non esistono anche in Italia? 
Credo che la ragione principale sia che a Londra nessuno si vergogna di comprare le cose in Reduction o in Charity Shop. Anzi, se riesci ad ottenere un prezzo migliore, o un capo usato o un gadget per casa tua in un Charity Shop a poco prezzo sei cool. Se fai lo stesso in Italia, sei uno sfigato.

Il cambio, a questo punto, parte da noi.