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Ande, Atahualpa, Autobus, Celén, cooperativa femminile, croci bianche, cucire, Loja, Quito, Saraguro, strade a strapiombo, Sud dell'Ecuador, tessile
Ultimamente sono stata assente perché sono andata nel sud dell’Ecuador a visitare una cooperativa. Questa cooperativa non fa neanche direttamente parte del progetto al quale io lavoro, anche se appartiene alla rete del nostro partner locale, ma è lo stesso la mia preferita: la cooperativa femminile!
Composta da 10 ragazze più un’assistente che le segue (anche se non riescono mai a lavorare tutte e 10 insieme perché a turno ce n’è sempre qualcuna in maternità!) si trova a Celén, nella provincia di Loja al confine col Perù. Ci si arriva prendendo un autobus a Quito che dopo 9 ore ti lascia a Saraguro. Lì si attraversa la cittadina e si va a prendere un altro bus locale che su stradine andine a strapiombo su dirupi e costellate di croci bianche piantate per terra ad indicare le persone morte per incidenti stradali o frane improvvise, 2 ore dopo ti lascia nella piazzetta di Celén.
Il paesino è per lo più popolato proprio da indigeni della famiglia dei Saraguro, etnia portata dalla Bolivia in Ecuador dagli Incas che utilizzavano lo spostamento di gruppi indigeni per indebolire le famiglie e disorientarle al fine di scongiurare ribellioni. I Saraguro portano i lisci capelli lunghi e vestono di nero perché sono in lutto per la morte del loro ultimo capo Atahualpa, ucciso dagli Spagnoli nel XVI secolo.
La cooperativa femminile in realtà ospita ragazze provenienti da diverse parti dell’Ecuador, e nessuna di loro porta avanti le tradizioni dei Saraguro. Loro fanno soprattutto lavori tessili, come maglie, tute, cuscinetti da salotto. Ma dal mio arrivo in Ecuador, abbiamo deciso di buttarci in una nuova linea di borse, beauty case, astucci e porta computer che coniugano le ultime tendenze della moda, con la tradizione e i tessuti andini! Ogni 3 o 4 mesi io e la capa della Missione di Quito ci mettiamo in viaggio con tante idee e proposte cercate in internet, inventate, modificate. Arriviamo a Celén e ne discutiamo con le ragazze, che insieme a noi scelgono i modelli da produrre.
Scegliamo le tele, i colori e gli abbinamenti, e le ragazze cominciano a cucire. Questa volta le cooperativiste erano così impegnate dalle richieste dei clienti, che abbiamo potuto lavorare con una cooperativista sola: Mariela.
Discussa con lei la fattibilità dei modelli (noi di cucito non ci capiamo nulla!), Mariela ha tagliato la stoffa interna ed esterna, prima i bordi e poi i manici,
ha stirato i pezzi,
e ha aggiunto il fondo in spugna rigida.
Finita la borsa ci siamo accorte che il risultato era un po’ più elegante di quanto avessimo previsto. E così abbiamo deciso di aggiungere un bottone in cocco.
Così è nata la Borsa Giulia, dal nome della ragazza che ci ha dato l’idea per questo modello!
Il tutto mentre le ragazze del paese (loro sì, Saraguro) nella piazzetta fuori dalla cooperativa urlavano giocando a una specie di palla-mano da terra…Nei momenti di pausa uscivo a guardarle giocare dal balcone ipnotizzata da come riuscissero a saltare, correre, cadere, senza mai perdere il cappello dalla testa…ma come diavolo lo attaccheranno?? Mah!
Appena le ragazze finiscono di lavorare un certo numero di prodotti, questi vengono mandati a Quito, dove vengono esposti e venduti. Molti si inviano anche in Italia, e proposti in mercatini della solidarietà o in centri espositivi fissi. Poi il mercato decreta i modelli vincitori che continueranno a prodursi, e quelli che invece usciranno dal catalogo (con grandissimo dispiacere nostro che ci affezioniamo a tutte le varianti!)
La passata visita è stata particolarmente triste per me, perché è stata l’ultima. In gennaio tornerò in Italia e non saprò più nulla del lavoro delle ragazze di Celén. Sicuramente continuerò ad essere la più fedele cliente, e a comprare cose dall’Italia. E probabilmente penserò, con una punta di arroganza che, se i nuovi modelli li avessi fatti io, sarebbero venuti più belli! 😉
Nel frattempo chi di voi volesse avere più informazioni su dove comprare le borse e gli altri oggetti in Italia, può scrivermi al mio indirizzo unitalianainecuador@gmail.com, oppure sulla pagina Facebook Unitaliana Inecuador